26 settembre 2011

Che cosa stavo aspettando quando mi è crollato il letto?


Perché tutti chiedono quand’è la prima volta che hai fatto sesso? Perché nessuno chiede quand’è la prima volta che hai cambiato una lampadina?
Perché io sto per farlo, sto per cambiare la mia prima lampadina, e credo sarà una tappa importante nella mia vita.
Qualcuno ha dei consigli da darmi in proposito? A parte staccare la corrente, fin lì ci arrivo.

Ah, oggi è ricominciata l’università: due ore di lezione passate sul comodissimo pavimento dell’aula 0.10, accucciata sotto la cattedra, come i bambini piccoli sotto il palco alle recite delle elementari.
Il professore sembrava un nonnino inglese, anche se un mio collega era di diverso avviso.

“Sembra un pappone!”
“Ma no, è carino! Poi non può essere un pappone, non ha neanche l’orologio col cinturino d’oro! Più che altro sembra il medico cattivo di Scrubs.”
“Non guardo Scrubs. E ti dico che è un pappone!”

Non ho ben capito in cosa consista la materia comunque. Vabbé, domani ci starò più attenta. 

Questo è un post di osservazioni a caso, qualora non lo aveste notato.

Il mio “nuovo” bellissimo zainetto di cuoio ha macchiato il mio bellissimo maglioncino di cotone, il quale adesso è a bagno con un sacco di roba chimica che avvelenerà l’oceano. Non è che le macchie di cuoio non escono, vero? Sarebbe un bel casino!

Sono almeno due settimane che ho come la sensazione che debba succedere qualcosa. La mia vita va avanti normalmente, la routine è anche piacevole, ma c’è questa spia lampeggiante che non si decide a spegnersi. Vi è mai successo? Sarà l’autunno. Succedono sempre strane cose in autunno: la città assume colori inquietanti, la gente diventa più strana, in piazza Tanucci ti cadono in testa le castagne!

Io amo l’autunno.




17 settembre 2011

Se la vita è un'asta sempre aperta, anche i pensieri saranno in offerta


Io e i mercatini di antiquariato: una storia senza fine.

Sono uno di quei posti in cui mi piace andare da sola e prendermi il mio tempo: pesco tra le cartoline d’epoca, provo occhiali ridicoli, scorro i titoli di libri e fumetti di seconda mano, mi incanto davanti ai giradischi sbertucciati, agli orologi da taschino e alle farfalle sotto vetro.

Poi, mentre sto lì a rovistare, con le mani coperte di polvere, mi spunta accanto qualche coppia di esperti, del tipo:

“Questo pugnale è africano, vero?”
 “No no, è sicuramente artigianato del Laos!”

Io onestamente non ci capisco nulla, per me è tutto meraviglioso. 

Stilettate inflitte quest’oggi al portafogli, due: una per uno stupendo zainetto in cuoio e l’altra per un enorme maglione irlandese, di lana intrecciata, prontamente portato in lavanderia per ordine di mia madre.

“Hai comprato un maglione di seconda mano?! Mio dio, chissà chi se lo è messo!”

La mia immaginazione mi fa pensare a un donnone irlandese con due boccali per mano. Non male.

Ci sono tutti i presupposti perché in futuro diventi una di quelle nonnette strambe con la casa piena di cianfrusaglie.
Teniamo in considerazione il fatto che ho, all’attivo e in piena espansione, una collezione di scatole, di cartoline, di decori per l’albero di Natale e di nani da giardino.
Questo facilita anche molto le cose a chi deve farmi un regalo.

Ora che ci penso non conosco nessuno che faccia delle collezioni, è mai possibile? Forse non me lo dicono …

Qualcuno di voi fa una collezione per caso? 

P.S. Ma quanto sarebbe figo sedurre qualcuno dicendo “vieni da me, ti mostro la mia collezione di nani da giardino”?



11 settembre 2011

La veglia


Bene, si verifica questa situazione in cui ho sonno, davvero tanto sonno, ma la mia coscienza mi proibisce di andare a letto.

Non la usavano da qualche parte questa tortura? In Unione Sovietica contro i dissidenti, nella Germania nazista? 

No no, era in un libro sugli indiani, il condannato veniva punto con uno spillone ogni volta che prendeva sonno.

Ora dico, una si fa un sabato sera discreto: partecipa ad una bellissima serata di Emergency, ascolta gli Elio e le storie tese, riesce anche a beccare l’autobus per tornare a casa.
È contenta e soddisfatta, sta per andarsene a letto, quando l’amica che ospita quella sera le dice che il suo tipo passa per farle un saluto. 

“Non è un problema se scendo un attimo, vero? Non suono sennò sveglio le altre, ti faccio uno squillo per aprirmi, ok?”

Ok.

Perché cazzo non le ho dato le chiavi?!

Un saluto veloce …

Metto il pigiama, raccatto vestiti in giro e li infilo nell’armadio, lavo i denti, mi strucco, passo anche il tonico astringente va.
Annaffio le piante perché me ne ero dimenticata prima di uscire.
Constato come i due soliti sacchi della spazzatura troneggino ancora all’ingresso.

Se mi mettessi a leggere? No, crollerei in un nanosecondo.
Ok, faccio un giro su internet, sai mai c’è qualche amico nottambulo in linea! Macchè.  

Perfetto, scriverò stronzate sul blog finché quella dannata donna si deciderà a tornare. Nel frattempo ho anche una fame nera, arriva sempre quando sono sveglia a quest’ora. Cosa c’è di immediatamente commestibile da queste parti? 

Gelato? Troppo pesante. Crackers? Tristi (ma esiste un alimento più triste dei crackers?). Pane e philadelphia? 

Pane e Philadelphia fu.

Grazie al cielo abbiamo scovato qua vicino una panetteria che fa del pane vero, salato, che non si pietrifica nell’arco di un pomeriggio: da non credersi!

Se le mando un messaggio in cui confesso che sto cascando dal sonno fa troppo sessantenne?
Bah, temporeggiamo.

Stasera ho conosciuto una simpatica signora, volontaria nel gruppo Emergency di Firenze, e mi sono convinta ad unirmi anch’io; in realtà la cosa mi girava per la testa già da un po’, ma ora ne sono sicura.

Certo che non si capiva per niente che fosse un raduno di Emergency, ci eravamo messi tutti la stessa maglietta: scontatezza assassina. Il tizio vicino a me era carino, ma non mi andava di attaccar bottone. 
Sto diventando pigra, ci sono due sacchi di spazzatura all’ingresso a dimostrarlo.

Domani mattina colazione da Querci, qualora si rivelasse vera la teoria per la quale dovrebbe essere aperto la domenica. L’ultima domenica mattina che son passata di là era chiuso, però erano anche le 5.30 effettivamente…

Il mio vicino, quello del balcone a fianco, è sveglio. Breve riassunto di ciò che so del mio vicino: spesso guarda film fino a tardi oppure gioca ai videogiochi esultando, suona la chitarra, ogni tanto si incazza e urla, non bussa per farmi abbassare quando ascolto i Kings of Leon, ha dei bellissimi gerani. 

Ho mandato il messaggio scazzato. Mi vedo bene nei panni di una sessantenne. 

Ma non potrebbe dormire da lui poi? Mica mi offendo, almeno fanno con calma. 

Basta, mi sono rotta i coglioni, spero per lei che il suo famoso squillo riesca a svegliarmi.

2 settembre 2011

Please, please, please let me get what i want


Caffè, filosofia, caffè, filosofia …

Sempre più caffè, sempre meno filosofia.

Basta filosofi del cazzo! Voglio tornare a sentirmi onnipotente col codice in mano!

Caro Gesù Bambino, se usi i tuoi superpoteri per farmi passare questo esame, prometto di:

non usare più “cazzo” a cazzo nelle frasi, mangiare più verdura, fare movimento, smettere di fotografarmi i piedi, stare alla larga dai ragazzi autistici, non comprare cose sciocche e di scarsa utilità, non fare il ballo del piede alle mie coinquiline mentre stanno studiando, non prendere per il culo i tuoi fan, depilarmi regolarmente, non rubare sempre tutti gli accendini di Prok, fare lo straccio in bagno una volta a settimana.

Sennò niente oh, amici come prima.