20 dicembre 2010

Il ritorno porta addosso... una canoa.

"Informiamo i passeggeri che siamo in fase di atterraggio e che le luci in cabina saranno ora spente, anche per risparmiarvi la vista di Roberto che sta passando nel corridoio"
Roberto risponde: "Sei un tesoro". (Ore 23.00 circa del 19 dicembre 2010, volo Pisa-Lamezia)



Cose che amo dei viaggi in aereo:

  • Gli steward simpatici che fanno annunci simpatici
  • Le addette al check-in che chiudono un occhio se la valigia che devi imbarcare pesa un po' più di 20 kg (qualche quintale in più)
  • I ragazzi gentili che ti accendono la luce di servizio vedendo che stai leggendo e non cercano di fare conversazione ad ogni costo.
  • Uscire dalla sala del ritiro bagagli e trovare qualcuno ad aspettarmi
  • Raccontare a chi mi aspettava degli annunci simpatici degli steward simpatici


Cose che non sopporto dei viaggi in aereo:

  • I passeggeri che al gate si mettono a fare la fila due ore prima dell'imbarco, non realizzando che chi si mette in fila per ultimo sale per ultimo sulla navetta, sta vicino alle porte, scende per primo e prende per primo posto in aereo (tipo me)
  • I passeggeri che in fila, invece di mettersi dietro, stanno di lato, mollandoti anche qualche spallata. Vi odio davvero. Con tutto il cuore. (Questo vale per le file in generale)
  • I genitori che ti chiedono di spostarti dal tuo duramente conquistato posto vicino al finestrino perché ci si deve mettere il loro irrequieto moccioso: la prossima volta prendi il treno, seda la tua prole, ma non rompere i coglioni a me!
  • Il solito moccioso irrequieto che prende a calci il sedile, strilla, si agita, si muove. I cani, cui va tutta la mia solidarietà, viaggiano nella stiva: perché i bambini no? La compagnia di uno yorkshire è molto più piacevole di quella di un lattante.  
  • I passeggeri che, pur di non pagare il sovrapprezzo, portano come bagagli a mano canoe, violoncelli, riproduzioni in dimensioni naturali di Dumbo, televisori 72 pollici, materassi, la bara della nonna defunta, fusti di baobab pronti al trapianto.
  • Le addette che li vedono passare con la bara in spalla e dicono "Uhm, forse questo non entra nella cappelliera, ma vada pure!", mentre tu devi tenerti la giacca addosso e la borsa tra i piedi per due ore, perché non c'è più un centimetro dove ficcarle. A proposito, avrei trovato un posto per la canoa alternativo alla cappelliera.... 

P.S. Qualora non si fosse capito, sono tornata a casa ;)

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